SEGUE DALLA
PAGINA PRECEDENTE (Semplificazione tributaria):
"94. Procedimento per l’iscrizione, variazione e cancellazione dal registro
delle imprese: legge 29 dicembre 1993, n. 580;
decreto del Presidente della Repubblica 7 dicembre 1995, n. 581";
h) il titolo del numero 97 dell’allegato 1 è sostituito dal seguente: "Procedimento
per la verifica del possesso dei requisiti previsti per l’esercizio delle attività
di installazione, di ampliamento e di trasformazione degli impianti";
i) il titolo del numero 98 dell’allegato 1 è sostituito dal seguente: "Procedimento
per la verifica del possesso dei requisiti previsti per l’esercizio delle attività
di autoriparazione";
l) dopo il numero 98 dell’allegato 1 è inserito il seguente:
"98-bis. Procedimento per la verifica del possesso dei requisiti previsti
per l’esercizio delle attività di pulizia:
legge 25 gennaio 1994, n. 82;
decreto del Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato 7 luglio
1997, n. 274";
m) al numero 105 dell’allegato 1, dopo le parole: "Procedimenti per il rilascio
delle concessioni edilizie", sono aggiunte le seguenti: "e di altri
atti di assenso concernenti attività edilizie".
5. All’articolo 39, comma 22, primo periodo, della legge 27 dicembre 1997, n.
449, e successive modificazioni, le parole: ", per non più di un triennio,"
sono soppresse.
6. Alla legge 8 marzo 1999, n. 50, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all’articolo 3, comma 1, al primo periodo sono soppresse le parole: "non
immediatamente" e al terzo periodo, le parole: "possono essere collocati
fuori ruolo o in aspettativa retribuita" sono sostituite dalle seguenti:
"sono collocati obbligatoriamente fuori ruolo o in aspettativa retribuita,
anche in deroga alle norme e ai criteri che disciplinano i rispettivi ordinamenti,
ivi inclusi quelli del personale di cui all’articolo 2, comma 4, del decreto legislativo
3 febbraio 1993, n. 29";
b) il comma 3 dell’articolo 3 è abrogato;
c) all’articolo 7, comma 1, lettera a), sono aggiunte, in fine, le seguenti parole:
"e nelle norme che dispongono la delegificazione della materia ai sensi dell’articolo
17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400";
d) all’articolo 7, comma 1, dopo la lettera f) è aggiunta la seguente:
"f-bis) da ogni altra disposizione che preveda la redazione dei testi unici";
e) all’articolo 7, comma 2, l’alinea è sostituito dal seguente:
"Al riordino delle norme di cui al comma 1 si procede entro il 31 dicembre
2002 mediante l’emanazione di testi unici riguardanti materie e settori omogenei,
comprendenti, in un unico contesto e con le opportune evidenziazioni, le disposizioni
legislative e regolamentari. A tale fine ciascun testo unico, aggiornato in base
a quanto disposto dalle leggi di semplificazione annuali, comprende le disposizioni
contenute in un decreto legislativo e in un regolamento che il Governo emana ai
sensi dell’articolo 14 e dell’articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988,
n. 400, attenendosi ai seguenti criteri e princìpi direttivi:";
f) all’articolo 7, comma 2, la lettera g) è abrogata;
g) l’articolo 8 è abrogato;
h) all’articolo 9, comma 1, le parole: "e di riordino" sono soppresse;
i) all’allegato 1 sono soppresse le previsioni di delegificazione e semplificazione
dei procedimenti amministrativi di cui ai seguenti numeri: 5), 12), 13), 14),
15), 23), 26), 31), 32), 47), 50), 51), 52), 54);
l) il numero 30) dell’allegato 1 è sostituito dal seguente:
"30) procedimento relativo alla iscrizione e alla cancellazione dal registro
dei revisori contabili, nonchè all’attività di vigilanza del Ministro della giustizia
ed alla sospensione dei revisori dall’esercizio dell’attività di controllo dei
conti:
decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 88;
legge 13 maggio 1997, n. 132;
legge 8 luglio 1998, n. 222".
m) al numero 43) dell’allegato 1 le parole: "in nome e" sono soppresse;
n) all’allegato 2 è soppresso il numero 5);
o) dopo il numero 7) dell’allegato 3 sono inseriti i seguenti:
"7-bis) Istruzione non universitaria, ivi comprese le scuole italiane all’estero,
l’istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS) e l’integrazione dei sistemi
formativi.
7-ter) Debito pubblico.
7-quater) Appalti pubblici di beni, servizi e forniture".
7. All’articolo 2, comma 10, della legge 15 maggio 1997, n. 127, come sostituito
dall’articolo 2, comma 4, della legge 16 giugno 1998, n. 191, alla fine del quarto
periodo sono soppresse le parole: "tra soggetti privati e pubbliche amministrazioni".
8. Entro il 31 marzo 2001, il Governo è delegato, sentito il parere delle competenti
Commissioni parlamentari e della Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del
decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, ad emanare un testo unico per il riordino
delle norme, diverse da quelle del codice civile e delle leggi sui rapporti di
lavoro subordinato nell’impresa, che regolano i rapporti di lavoro dei dipendenti
di cui all’articolo 2, comma 2, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29,
secondo quanto disposto dall’articolo 7 della legge 8 marzo 1999, n. 50, apportando
le modifiche necessarie per il migliore coordinamento delle diverse disposizioni
e indicando, in particolare:
a) le disposizioni abrogate a seguito della sottoscrizione dei contratti collettivi
del quadriennio 1994-1997, ai sensi dell’articolo 72 del citato decreto legislativo
n. 29 del 1993, e successive modificazioni;
b) le norme generali e speciali del pubblico impiego che hanno cessato di produrre
effetti, ai sensi dell’articolo 72 del citato decreto legislativo n. 29 del 1993,
e successive modificazioni, dal momento della sottoscrizione, per ciascun ambito
di riferimento, del secondo contratto collettivo previsto dal medesimo decreto.
Art. 2.
(Ulteriori disposizioni in materia di dichiarazioni sostitutive)
1. Gli strumenti di semplificazione di cui alla legge 4 gennaio 1968, n. 15, agli
articoli 2 e 3 della legge 15 maggio 1997, n. 127, come modificati dall’articolo
2 della legge 16 giugno 1998, n. 191, e alle relative disposizioni regolamentari
di attuazione, possono essere utilizzati anche nei rapporti tra privati che vi
consentano. In tal caso l’amministrazione competente per il rilascio della relativa
certificazione, previa definizione di appositi accordi, è tenuta a fornire, su
richiesta del soggetto privato corredata dal consenso del dichiarante, conferma
scritta, anche attraverso l’uso di strumenti informatici o telematici, della corrispondenza
di quanto dichiarato con le risultanze dei dati da essa custoditi.
Art. 3.
(Disposizioni in materia di accesso a dati per finalità di rilevante interesse
pubblico)
1. Fermo restando il divieto di accesso a dati diversi da quelli di cui è necessario
acquisire la certezza o verificare l’esattezza, si considera operata per finalità
di rilevante interesse pubblico ai fini di quanto previsto dal decreto legislativo
11 maggio 1999, n. 135, la consultazione diretta, da parte di una pubblica amministrazione
o di un gestore di pubblico servizio, degli archivi dell’amministrazione certificante,
finalizzata all’accertamento d’ufficio di stati, qualità e fatti ovvero al controllo
sulle dichiarazioni sostitutive presentate dai cittadini. Per l’accesso diretto
ai propri archivi l’amministrazione certificante rilascia all’amministrazione
procedente apposita autorizzazione in cui vengono indicati i limiti e le condizioni
di accesso volti ad assicurare la riservatezza dei dati personali ai sensi della
normativa vigente.
Art. 4.
(Rilascio e rinnovi dei passaporti)
1. Il Ministro degli affari esteri può delegare per il rilascio e i rinnovi dei
passaporti, oltre che i questori, i sindaci dei comuni di residenza dei richiedenti.
Art. 5.
(Tutela dei consumatori e degli utenti)
1. Dopo la lettera g) del comma 4 dell’articolo 4 della legge 30 luglio 1998,
n. 281, è aggiunta la seguente:
"g-bis) segnalare alla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento
della funzione pubblica, eventuali difficoltà, impedimenti od ostacoli, relativi
all’attuazione delle disposizioni in materia di semplificazione procedimentale
e documentale nelle pubbliche amministrazioni. Le segnalazioni sono verificate
dal predetto Dipartimento anche mediante l’Ispettorato della funzione pubblica".
Art. 6.
(Attività istruttorie in materia di sportello unico delle imprese)
1. Dopo l’articolo 27 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, è inserito
il seguente:
"Art. 27-bis. - (Misure organizzative per lo sportello unico delle imprese)
– 1. Le amministrazioni, gli enti e le autorità competenti a svolgere, ai sensi
degli articoli da 23 a 27, attività istruttorie nell’ambito del procedimento di
cui al regolamento previsto dall’articolo 20, comma 8, della legge 15 marzo 1997,
n. 59, per la realizzazione, l’ampliamento, la ristrutturazione, la riconversione
di impianti produttivi e per l’esecuzione di opere interne ai fabbricati, nonché
per la determinazione delle aree destinate agli investimenti produttivi, provvedono
all’adozione delle misure organizzative necessarie allo snellimento delle predette
attività istruttorie, al fine di assicurare il coordinamento dei termini di queste
con i termini di cui al citato regolamento".
Art. 7.
(Testo unico relativo ai contratti di programma, ai patti territoriali e ai contratti
d’area)
1. Nell’allegato 3 della legge 8 marzo 1999, n. 50, è aggiunto, in fine, il seguente
numero:
"9-bis) Disciplina relativa ai contratti di programma, ai patti territoriali,
ai contratti d’area ed agli altri interventi di cui all’articolo 2, comma 203,
della legge 23 dicembre 1996, n. 662".
2. Nella predisposizione del testo unico di cui all’allegato 3, numero 9-bis),
della legge n. 50 del 1999, introdotto dal comma 1 del presente articolo, il Governo
prevede anche l’attribuzione al CIPE della competenza ad emanare le deliberazioni
attuative ed integrative al fine di ulteriormente semplificare, riordinare e coordinare
la disciplina del settore.
Art. 8.
(Utilizzo di siti industriali per la sicurezza e l’approvvigionamento strategico
dell’energia)
1. L’uso o il riutilizzo di siti industriali per l’installazione di impianti destinati
al miglioramento del quadro di approvvigionamento strategico dell’energia, della
sicurezza e dell’affidabilità del sistema, nonchè della flessibilità e della diversificazione
dell’offerta, è soggetto ad autorizzazione del Ministero dell’industria, del commercio
e dell’artigianato, di concerto con il Ministero dell’ambiente, d’intesa con la
regione interessata. Ai fini della procedura di cui al presente articolo, per
impianti si intendono i rigassificatori di gas naturale liquido. Il soggetto richiedente
l’autorizzazione deve allegare alla richiesta di autorizzazione un progetto preliminare.
2. Il Ministero dell’industria, del commercio e dell’artigianato svolge l’istruttoria
nominando il responsabile unico del procedimento che convoca la conferenza di
servizi di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 241, come modificata dalla presente
legge. L’istruttoria si conclude in ogni caso nel termine di centottanta giorni
dalla data di presentazione della richiesta.
3. Il soggetto richiedente l’autorizzazione, contemporaneamente alla presentazione
del progetto preliminare di cui al comma 1, presenta al Ministero dell’ambiente
uno studio di impatto ambientale attestante la conformità del progetto medesimo
alla vigente normativa in materia di ambiente. Il Ministero dell’ambiente nel
termine di sessanta giorni concede il nulla osta alla prosecuzione del procedimento,
ove ne sussistano i presupposti.
4. Qualora l’esito della conferenza di servizi comporti la variazione dello strumento
urbanistico, la determinazione costituisce proposta di variante sulla quale, tenuto
conto delle osservazioni, delle proposte e delle opposizioni formulate dagli aventi
titolo ai sensi della legge 17 agosto 1942, n. 1150, si pronuncia definitivamente
entro novanta giorni il consiglio comunale. Decorso inutilmente tale termine,
la determinazione della conferenza di servizi equivale ad approvazione della variazione
dello strumento urbanistico.
5. Nei casi disciplinati dal presente articolo, il procedimento si conclude con
un unico provvedimento di autorizzazione per la costruzione e l’esercizio degli
impianti e delle opere annesse, adottato con decreto del Ministro dell’industria,
del commercio e dell’artigianato, di concerto con il Ministro dell’ambiente, d’intesa
con la regione interessata. In assenza del nulla osta di cui al comma 3, la decisione
è rimessa al Consiglio dei ministri che provvede ai sensi dell’articolo 14-quater,
comma 3, della legge 7 agosto 1990, n. 241, come sostituito dall’articolo 12 della
presente legge.
Capo II
Modifiche alla legge 7 agosto 1990, n. 241, e ulteriori norme in materia di conferenza
di servizi
Art. 9.
(Ricorso alla conferenza di servizi)
1. L’articolo 14 della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni,
è sostituito dal seguente:
"Art. 14. – 1. Qualora sia opportuno effettuare un esame contestuale di vari
interessi pubblici coinvolti in un procedimento amministrativo, l’amministrazione
procedente indìce di regola una conferenza di servizi.
2. La conferenza di servizi è sempre indetta quando l’amministrazione procedente
deve acquisire intese, concerti, nulla osta o assensi comunque denominati di altre
amministrazioni pubbliche e non li ottenga, entro quindici giorni dall’inizio
del procedimento, avendoli formalmente richiesti.
3. La conferenza di servizi può essere convocata anche per l’esame contestuale
di interessi coinvolti in più procedimenti amministrativi connessi, riguardanti
medesimi attività o risultati. In tal caso, la conferenza è indetta dall’amministrazione
o, previa informale intesa, da una delle amministrazioni che curano l’interesse
pubblico prevalente. Per i lavori pubblici si continua ad applicare l’articolo
7 della legge 11 febbraio 1994, n. 109, e successive modificazioni. L’indizione
della conferenza può essere richiesta da qualsiasi altra amministrazione coinvolta.
4. Quando l’attività del privato sia subordinata ad atti di consenso, comunque
denominati, di competenza di più amministrazioni pubbliche, la conferenza di servizi
è convocata, anche su richiesta dell’interessato, dall’amministrazione competente
per l’adozione del provvedimento finale.
5. In caso di affidamento di concessione di lavori pubblici la conferenza di servizi
è convocata dal concedente entro quindici giorni fatto salvo quanto previsto dalle
leggi regionali in materia di valutazione di impatto ambientale (VIA)".
2. Per l’approvazione di progetti di opere concernenti reti ferroviarie la conferenza
di servizi è indetta dal Ministro dei trasporti e della navigazione ai sensi dell’articolo
10 del decreto-legge 30 dicembre 1997, n. 457, convertito, con modificazioni,
dalla legge 27 febbraio 1998, n. 30. La conferenza di servizi viene indetta e
convocata dalla Ferrovie dello Stato spa, ai sensi della presente legge e con
riferimento all’articolo 25, comma secondo, della legge 17 maggio 1985, n. 210,
in caso di opere per la soppressione di passaggi a livello su linee delle Ferrovie
stesse localizzati nell’ambito regionale.
Art. 10.
(Conferenza di servizi su istanze o progetti preliminari)
1. L’articolo 14-bis della legge 7 agosto 1990, n. 241, introdotto dall’articolo
17, comma 5, della legge 15 maggio 1997, n. 127, è sostituito dal seguente:
"Art. 14-bis. – 1. La conferenza di servizi può essere convocata per progetti
di particolare complessità, su motivata e documentata richiesta dell’interessato,
prima della presentazione di una istanza o di un progetto definitivi, al fine
di verificare quali siano le condizioni per ottenere, alla loro presentazione,
i necessari atti di consenso. In tale caso la conferenza si pronuncia entro trenta
giorni dalla data della richiesta e i relativi costi sono a carico del richiedente.
2. Nelle procedure di realizzazione di opere pubbliche e di interesse pubblico,
la conferenza di servizi si esprime sul progetto preliminare al fine di indicare
quali siano le condizioni per ottenere, sul progetto definitivo, le intese, i
pareri, le concessioni, le autorizzazioni, le licenze, i nullaosta e gli assensi,
comunque denominati, richiesti dalla normativa vigente. In tale sede, le amministrazioni
preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, del patrimonio storico-artistico
o alla tutela della salute, si pronunciano, per quanto riguarda l’interesse da
ciascuna tutelato, sulle soluzioni progettuali prescelte. Qualora non emergano,
sulla base della documentazione disponibile, elementi comunque preclusivi della
realizzazione del progetto, le suddette amministrazioni indicano, entro quarantacinque
giorni, le condizioni e gli elementi necessari per ottenere, in sede di presentazione
del progetto definitivo, gli atti di consenso.
3. Nel caso in cui sia richiesta VIA, la conferenza di servizi si esprime entro
trenta giorni dalla conclusione della fase preliminare di definizione dei contenuti
dello studio d’impatto ambientale, secondo quanto previsto in materia di VIA.
Ove tale conclusione non intervenga entro novanta giorni dalla richiesta di cui
al comma 1, la conferenza di servizi si esprime comunque entro i successivi trenta
giorni. Nell’ambito di tale conferenza, l’autorità competente alla VIA si esprime
sulle condizioni per la elaborazione del progetto e dello studio di impatto ambientale.
In tale fase, che costituisce parte integrante della procedura di VIA, la suddetta
autorità esamina le principali alternative, compresa l’alternativa zero, e, sulla
base della documentazione disponibile, verifica l’esistenza di eventuali elementi
di incompatibilità, anche con riferimento alla localizzazione prevista dal progetto
e, qualora tali elementi non sussistano, indica nell’ambito della conferenza di
servizi le condizioni per ottenere, in sede di presentazione del progetto definitivo,
i necessari atti di consenso.
4. Nei casi di cui ai commi 1, 2 e 3, la conferenza di servizi si esprime allo
stato degli atti a sua disposizione e le indicazioni fornite in tale sede possono
essere motivatamente modificate o integrate solo in presenza di significativi
elementi emersi nelle fasi successive del procedimento, anche a seguito delle
osservazioni dei privati sul progetto definitivo.
5. Nel caso di cui al comma 2, il responsabile unico del procedimento trasmette
alle amministrazioni interessate il progetto definitivo, redatto sulla base delle
condizioni indicate dalle stesse amministrazioni in sede di conferenza di servizi
sul progetto preliminare, e convoca la conferenza tra il trentesimo e il sessantesimo
giorno successivi alla trasmissione. In caso di affidamento mediante appalto concorso
o concessione di lavori pubblici, l’amministrazione aggiudicatrice convoca la
conferenza di servizi sulla base del solo progetto preliminare, secondo quanto
previsto dalla legge 11 febbraio 1994, n. 109, e successive modificazioni".
Art. 11.
(Procedimento della conferenza di servizi)
1. L’articolo 14-ter della legge 7 agosto 1990, n. 241, introdotto dall’articolo
17, comma 6, della legge 15 maggio 1997, n. 127, è sostituito dal seguente:
"Art. 14-ter. – 1. La conferenza di servizi assume le determinazioni relative
all’organizzazione dei propri lavori a maggioranza dei presenti.
2. La convocazione della prima riunione della conferenza di servizi deve pervenire
alle amministrazioni interessate, anche per via telematica o informatica, almeno
dieci giorni prima della relativa data. Entro i successivi cinque giorni, le amministrazioni
convocate possono richiedere, qualora impossibilitate a partecipare, l’effettuazione
della riunione in una diversa data; in tale caso, l’amministrazione procedente
concorda una nuova data, comunque entro i dieci giorni successivi alla prima.
3. Nella prima riunione della conferenza di servizi, o comunque in quella immediatamente
successiva alla trasmissione dell’istanza o del progetto definitivo ai sensi dell’articolo
14-bis, le amministrazioni che vi partecipano determinano il termine per l’adozione
della decisione conclusiva. I lavori della conferenza non possono superare i novanta
giorni, salvo quanto previsto dal comma 4. Decorsi inutilmente tali termini, l’amministrazione
procedente provvede ai sensi dei commi 2 e seguenti dell’articolo 14-quater.
4. Nei casi in cui sia richiesta la VIA, la conferenza di servizi si esprime dopo
aver acquisito la valutazione medesima. Se la VIA non interviene nel termine previsto
per l’adozione del relativo provvedimento, l’amministrazione competente si esprime
in sede di conferenza di servizi, la quale si conclude nei trenta giorni successivi
al termine predetto. Tuttavia, a richiesta della maggioranza dei soggetti partecipanti
alla conferenza di servizi, il termine di trenta giorni di cui al precedente periodo
è prorogato di altri trenta giorni nel caso che si appalesi la necessità di approfondimenti
istruttori.
5. Nei procedimenti relativamente ai quali sia già intervenuta la decisione concernente
la VIA le disposizioni di cui al comma 3 dell’articolo 14-quater, nonchè quelle
di cui agli articoli 16, comma 3, e 17, comma 2, si applicano alle sole amministrazioni
preposte alla tutela della salute pubblica.
6. Ogni amministrazione convocata partecipa alla conferenza di servizi attraverso
un unico rappresentante legittimato, dall’organo competente, ad esprimere in modo
vincolante la volontà dell’amministrazione su tutte le decisioni di competenza
della stessa.
7. Si considera acquisito l’assenso dell’amministrazione il cui rappresentante
non abbia espresso definitivamente la volontà dell’amministrazione rappresentata
e non abbia notificato all’amministrazione procedente, entro il termine di trenta
giorni dalla data di ricezione della determinazione di conclusione del procedimento,
il proprio motivato dissenso, ovvero nello stesso termine non abbia impugnato
la determinazione conclusiva della conferenza di servizi.
8. In sede di conferenza di servizi possono essere richiesti, per una sola volta,
ai proponenti dell’istanza o ai progettisti chiarimenti o ulteriore documentazione.
Se questi ultimi non sono forniti in detta sede, entro i successivi trenta giorni,
si procede all’esame del provvedimento.
9. Il provvedimento finale conforme alla determinazione conclusiva favorevole
della conferenza di servizi sostituisce, a tutti gli effetti, ogni autorizzazione,
concessione, nulla osta o atto di assenso comunque denominato di competenza delle
amministrazioni partecipanti, o comunque invitate a partecipare, alla predetta
conferenza.
10. Il provvedimento finale concernente opere sottoposte a VIA è pubblicato, a
cura del proponente, unitamente all’estratto della predetta VIA, nella Gazzetta
Ufficiale o nel Bollettino regionale in caso di VIA regionale e in un quotidiano
a diffusione nazionale. Dalla data della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale
decorrono i termini per eventuali impugnazioni in sede giurisdizionale da parte
dei soggetti interessati".
Art. 12.
(Dissensi espressi in sede di conferenza di servizi)
1. L’articolo 14-quater della legge 7 agosto 1990, n. 241, introdotto dall’articolo
17, comma 7, della legge 15 maggio 1997, n. 127, è sostituito dal seguente:
"Art. 14-quater. – 1. Il dissenso di uno o più rappresentanti delle amministrazioni,
regolarmente convocate alla conferenza di servizi, a pena di inammissibilità,
deve essere manifestato nella conferenza di servizi, deve essere congruamente
motivato, non può riferirsi a questioni connesse che non costituiscono oggetto
della conferenza medesima e deve recare le specifiche indicazioni delle modifiche
progettuali necessarie ai fini dell’assenso.
2. Se una o più amministrazioni hanno espresso nell’ambito della conferenza il
proprio dissenso sulla proposta dell’amministrazione procedente, quest’ultima,
entro i termini perentori indicati dall’articolo 14-ter, comma 3, assume comunque
la determinazione di conclusione del procedimento sulla base della maggioranza
delle posizioni espresse in sede di conferenza di servizi. La determinazione è
immediatamente esecutiva.
3. Qualora il motivato dissenso sia espresso da un’amministrazione preposta alla
tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, del patrimonio storico-artistico
o alla tutela della salute, la decisione è rimessa al Consiglio dei ministri,
ove l’amministrazione dissenziente o quella procedente sia un’amministrazione
statale, ovvero ai competenti organi collegiali esecutivi degli enti territoriali,
nelle altre ipotesi. Il Consiglio dei ministri o gli organi collegiali esecutivi
degli enti territoriali deliberano entro trenta giorni, salvo che il Presidente
del Consiglio dei ministri o il presidente della giunta regionale o il presidente
della provincia o il sindaco, valutata la complessità dell’istruttoria, decidano
di prorogare tale termine per un ulteriore periodo non superiore a sessanta giorni.
4. Quando il dissenso è espresso da una regione, le determinazioni di competenza
del Consiglio dei ministri previste al comma 3 sono adottate con l’intervento
del presidente della giunta regionale interessata, al quale è inviata a tal fine
la comunicazione di invito a partecipare alla riunione, per essere ascoltato,
senza diritto di voto.
5. Nell’ipotesi in cui l’opera sia sottoposta a VIA e in caso di provvedimento
negativo trova applicazione l’articolo 5, comma 2, lettera c-bis), della legge
23 agosto 1988, n. 400, introdotta dall’articolo 12, comma 2, del decreto legislativo
30 luglio 1999, n. 303".
Art. 13.
(Disposizioni in materia di trasferimento di funzioni amministrative)
1. Nell’ambito del trasferimento di funzioni amministrative dallo Stato alle regioni
e agli enti locali, ai sensi dell’articolo 1, comma 2, della legge 15 marzo 1997,
n. 59, e delle successive norme di attuazione, agli enti destinatari del trasferimento,
come amministrazioni procedenti, sono conferiti altresì tutti i compiti di natura
consultiva, istruttoria e preparatoria connessi all’esercizio della funzione trasferita,
anche nel caso di attività attribuite dalla legge ad uffici ed organi di altre
amministrazioni. Tale disposizione non si applica ove si tratti di funzioni attribuite
da specifiche norme di legge ad autorità preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale,
del patrimonio storico-artistico o alla tutela della salute; in tali casi, l’amministrazione
procedente è sempre tenuta a convocare una conferenza di servizi ai sensi degli
articoli 14 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni.
Art. 14.
(Abrogazioni e norma di raccordo)
1. All’articolo 7 della legge 11 febbraio 1994, n. 109, come da ultimo sostituito
dall’articolo 5 della legge 18 novembre 1998, n. 415, i commi da 7 a 14 sono abrogati,
salvo quanto previsto dall’articolo 14, comma 3, della legge 7 agosto 1990, n.
241, come sostituito dall’articolo 9, comma 1, della presente legge.
2. Il regolamento di cui all’articolo 3, comma 2, della legge 11 febbraio 1994,
n. 109, e successive modificazioni, e le leggi regionali prevedono forme di pubblicità
dei lavori della conferenza di servizi, nonchè degli atti assunti da ciascuna
amministrazione interessata.
Art. 15.
(Norme in materia di accesso
ai documenti amministrativi)
1. Il comma 4 dell’articolo 25 della legge 7 agosto 1990, n. 241, è sostituito
dal seguente:
"4. Decorsi inutilmente trenta giorni dalla richiesta, questa si intende
respinta. In caso di rifiuto, espresso o tacito, o di differimento ai sensi dell’articolo
24, comma 6, dell’accesso, il richiedente può presentare ricorso al tribunale
amministrativo regionale ai sensi del comma 5 del presente articolo, ovvero chiedere,
nello stesso termine, al difensore civico competente che sia riesaminata la suddetta
determinazione. Se il difensore civico ritiene illegittimo il diniego o il differimento,
lo comunica a chi l’ha disposto. Se questi non emana il provvedimento confermativo
motivato entro trenta giorni dal ricevimento della comunicazione del difensore
civico, l’accesso è consentito. Qualora il richiedente l’accesso si sia rivolto
al difensore civico, il termine di cui al comma 5 decorre dalla data del ricevimento,
da parte del richiedente, dell’esito della sua istanza al difensore civico".
Capo III
Norme in materia di attività delle pubbliche amministrazioni
Art. 16.
(Commissione per la ricostituzione
di atti di morte o di nascita)
1. È soppressa la Commissione per la ricostituzione di atti di morte o di nascita,
istituita con regio decreto-legge 18 ottobre 1942, n. 1520.
2. Il Ministero della difesa provvede ad assicurare lo svolgimento delle residue
attività di segreteria, compreso il rilascio di certificazioni concernenti atti
già formati dalla Commissione di cui al comma 1 alla data di entrata in vigore
della presente legge, senza oneri aggiuntivi.
3. Il regio decreto-legge 18 ottobre 1942, n. 1520, il decreto legislativo luogotenenziale
5 aprile 1946, n. 216, e la legge 17 febbraio 1971, n. 90, sono abrogati.
Art. 17.
(Programmazione negoziata)
1. Al testo unico in materia di interventi nelle aree depresse del territorio
nazionale, previsto dal combinato disposto degli articoli 4 e 20 della legge 15
marzo 1997, n. 59, e successive modificazioni, e dell’articolo 7, comma 1, lettera
a), della legge 8 marzo 1999, n. 50, sono allegati, previo coordinamento formale
fra le norme legislative e regolamentari che disciplinano la materia, le deliberazioni
del Comitato interministeriale per la programmazione economica che hanno ad oggetto
la disciplina organizzativa e procedimentale degli istituti della programmazione
negoziata e tutti gli altri atti ad essa collegati, pubblicati nella Gazzetta
Ufficiale.
Art. 18.
(Termini)
1. I testi unici di cui al comma 4 dell’articolo 6 della legge 3 aprile 1997,
n. 94, sono emanati entro il 30 giugno 2002.
2. Il termine per l’esercizio della delega di cui all’articolo 8, comma 1, della
legge 3 giugno 1999, n. 157, è fissato in otto mesi dalla data di entrata in vigore
della presente legge.
3. Il termine indicato dall’articolo 204, comma 1, del decreto legislativo 30
aprile 1992, n. 285, per l’emissione dell’ordinanza-ingiunzione da parte del prefetto,
è fissato in novanta giorni.
4. Il comma 4 dell’articolo 1 della legge 8 ottobre 1997, n. 352, è sostituito
dal seguente:
"4. Il testo unico può essere aggiornato, secondo i princìpi ed i criteri
direttivi di cui al comma 2, lettera b), entro tre anni dalla data della sua entrata
in vigore, con uno o più decreti legislativi il cui schema è deliberato dal Consiglio
dei ministri, valutato il parere che il Consiglio di Stato esprime entro quarantacinque
giorni dalla richiesta. Lo schema è trasmesso, sentita la Conferenza permanente
per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di
Bolzano, con relazione cui sono allegati i pareri del Consiglio di Stato e di
detta Conferenza, alle competenti Commissioni parlamentari, che esprimono il parere
entro quarantacinque giorni dal ricevimento. Ciascun decreto legislativo è emanato
su proposta del Ministro per i beni e le attività culturali, di concerto con il
Ministro per gli affari regionali".
5. Il comma 6 dell’articolo 1 della legge 8 ottobre 1997, n. 352, è sostituito
dal seguente:
"6. Per la predisposizione degli schemi dei decreti legislativi previsti
dal presente articolo, il Ministro per i beni e le attività culturali può avvalersi
dell’opera di una commissione composta da esperti, esterni o appartenenti all’amministrazione,
particolarmente qualificati nel settore. Al relativo onere si provvede mediante
utilizzazione delle risorse disponibili nell’ambito delle ordinarie unità previsionali
di base dello stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali".
6. I termini per il deposito di atti ovvero per la presentazione di domande al
registro delle imprese di cui all’articolo 8 della legge 29 dicembre 1993, n.
580, e di denunce al repertorio delle notizie economiche ed amministrative (REA)
di cui all’articolo 9 del regolamento emanato con decreto del Presidente della
Repubblica 7 dicembre 1995, n. 581, sono unificati in giorni trenta.
Art. 19.
(Disposizioni per la razionalizzazione degli interventi pubblici a favore delle
imprese)
1. Al fine di rendere più proficui e celeri gli interventi pubblici a favore delle
imprese, le leggi regionali e i regolamenti di cui ai commi 1 e 3 dell’articolo
12 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 123, possono modificare, alla stregua
degli stessi princìpi, nei limiti delle disponibilità finanziarie previste dalle
singole leggi e in conformità alla normativa dell’Unione europea, ai sensi dell’articolo
2 del citato decreto legislativo n. 123 del 1998, le disposizioni delle leggi
vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge, con riguardo sia
alle spese ammissibili, sia alla tipologia e alla misura delle agevolazioni, sia
alle modalità della loro concessione ed erogazione.
2. Al fine di garantire, nell’ambito del programma di cui all’articolo 17 del
decreto-legge 8 febbraio 1995, n. 32, convertito dalla legge 7 aprile 1995, n.
104, il necessario coordinamento delle attività di supporto tecnico svolte dall’Istituto
per la promozione industriale (IPI) per l’attuazione di quanto previsto al comma
1, il Ministero dell’industria, del commercio e dell’artigianato è autorizzato
ad utilizzare il finanziamento concesso nell’esercizio 2000 entro un limite di
spesa di lire 200 milioni, ai sensi del citato articolo 17, per acquisire la partecipazione
maggioritaria in detta associazione e sostenere i relativi oneri associativi.
Art. 20.
(Rete autostradale e stradale nazionale)
1. Alla lettera b) del comma 4 dell’articolo 1 della legge 15 marzo 1997, n. 59,
è aggiunto, in fine, il seguente periodo: "Alle modifiche della rete autostradale
e stradale classificata di interesse nazionale ai sensi dei predetti decreti,
fatte salve le norme in materia di programmazione e realizzazione di opere autostradali,
si provvede, su proposta della regione interessata, con decreto del Presidente
del Consiglio dei ministri previa intesa in sede di Conferenza permanente per
i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano,
sentite le Commissioni parlamentari competenti per materia".
Art. 21.
(Disposizioni in materia di infrastrutture autostradali e viarie)
1. Per la costruzione e l’affidamento in gestione delle infrastrutture autostradali
si applicano le disposizioni che recepiscono nell’ordinamento italiano la normativa
comunitaria in materia di lavori pubblici o di servizi.
2. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro
dei lavori pubblici, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti per
materia, è consentita la costruzione di nuove autostrade o tratte autostradali
a condizione che siano inserite nelle scelte prioritarie del Piano generale dei
trasporti e nel programma triennale di cui all’articolo 3, comma 2, del decreto
legislativo 26 febbraio 1994, n. 143. Sono fatte salve le vigenti procedure rispetto
alla conformità urbanistica e alla valutazione di impatto ambientale.
3. Gli articoli da 37-bis a 38 della legge 11 febbraio 1994, n. 109, e successive
modificazioni, si applicano anche alla realizzazione di nuove infrastrutture viarie
di interesse nazionale per le quali sono utilizzabili sistemi di pedaggiamento,
procedendosi, ove occorra, ai sensi del comma 2 del presente articolo.
Art. 22.
(Piani urbani di mobilità)
1. Al fine di soddisfare i fabbisogni di mobilità della popolazione, assicurare
l’abbattimento dei livelli di inquinamento atmosferico ed acustico, la riduzione
dei consumi energetici, l’aumento dei livelli di sicurezza del trasporto e della
circolazione stradale, la minimizzazione dell’uso individuale dell’automobile
privata e la moderazione del traffico, l’incremento della capacità di trasporto,
l’aumento della percentuale di cittadini trasportati dai sistemi collettivi anche
con soluzioni di car pooling e car sharing e la riduzione dei fenomeni di congestione
nelle aree urbane, sono istituiti appositi piani urbani di mobilità (PUM) intesi
come progetti del sistema della mobilità comprendenti l’insieme organico degli
interventi sulle infrastrutture di trasporto pubblico e stradali, sui parcheggi
di interscambio, sulle tecnologie, sul parco veicoli, sul governo della domanda
di trasporto attraverso la struttura dei mobility manager, i sistemi di controllo
e regolazione del traffico, l’informazione all’utenza, la logistica e le tecnologie
destinate alla riorganizzazione della distribuzione delle merci nelle città. Le
autorizzazioni legislative di spesa, da individuare con il regolamento di cui
al comma 4, recanti limiti di impegno decorrenti dall’anno 2002, concernenti fondi
finalizzati, da leggi settoriali in vigore, alla costruzione e sviluppo di singole
modalità di trasporto e mobilità, a decorrere dall’anno finanziario medesimo sono
iscritte in apposito fondo dello stato di previsione del Ministero dei trasporti
e della navigazione.
2. Sono abilitati a presentare richiesta di cofinanziamento allo Stato in misura
non superiore al 60 per cento dei costi complessivi di investimento, per l’attuazione
degli interventi previsti dal PUM, i singoli comuni o aggregazioni di comuni limitrofi
con popolazione superiore a 100.000 abitanti, le province aggreganti i comuni
limitrofi con popolazione complessiva superiore a 100.000 abitanti, d’intesa con
i comuni interessati, e le regioni, nel caso delle aree metropolitane di tipo
policentrico e diffuso, d’intesa con i comuni interessati.
3. Una percentuale non superiore al 5 per cento dell’importo complessivo derivante
dall’attuazione del comma 1 è destinata a comuni singoli che per ragioni tecniche,
geografiche o socio-economiche, non possono far parte delle aggregazioni di cui
al comma 2. Il Comitato interministeriale per la programmazione economica stabilisce
annualmente la ripartizione percentuale del restante 95 per cento tra le città
metropolitane di cui all’articolo 22 del testo unico delle leggi sull’ordinamento
degli enti locali, approvato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ed
i restanti comuni di cui al comma 2.
4. Con regolamento da adottare ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge
23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dei trasporti e della navigazione,
di concerto con i Ministri del tesoro, del bilancio e della programmazione economica,
dei lavori pubblici e dell’ambiente, d’intesa con la Conferenza unificata di cui
all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sentito il parere
delle competenti Commissioni parlamentari, sono definiti l’elenco delle autorizzazioni
legislative di spesa di cui al comma 1, il procedimento di formazione e di approvazione
dei PUM, i requisiti minimi dei relativi contenuti, i criteri di priorità nell’assegnazione
delle somme, nonchè le modalità di erogazione del finanziamento statale, di controllo
dei risultati e delle relative procedure.
5. Le risorse finanziarie sono erogate ai soggetti promotori dei progetti presentati,
fino a concorrenza delle somme disponibili sulla base dei criteri di valutazione
di cui al comma 4.
Art. 23.
(Diritti per la partecipazione a concorsi)
1. All’articolo 27, comma 6, del decreto-legge 28 febbraio 1983, n. 55, convertito,
con modificazioni, dalla legge 26 aprile 1983, n. 131, le parole: "sono stabilite
in lire 7.500" sono sostituite dalle seguenti: "sono eventualmente previste
dalle predette amministrazioni in base ai rispettivi ordinamenti e comunque fino
ad un massimo di lire 20.000".
Art. 24.
(Gare informatiche e supporto ai programmi informatici delle pubbliche amministrazioni)
1. A decorrere dal 1º gennaio 2001, le amministrazioni pubbliche sono tenute a
pubblicare tutti i bandi e gli avvisi di gara su uno o più siti informatici individuati
con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, che stabilisce altresì
le necessarie modalità applicative.
2. A decorrere dal 30 giugno 2001 gli obblighi di cui al comma 1 sono estesi alle
società concessionarie di lavori e servizi pubblici, alle società, alle aziende
speciali e ai consorzi che gestiscono servizi pubblici, nonchè agli altri soggetti
obbligati ad osservare la normativa nazionale e comunitaria sulle procedure di
affidamento degli appalti pubblici.
3. A decorrere dal 1º luglio 2001 la pubblicazione di cui al comma 1, limitatamente
ai bandi ed avvisi di gara di importo inferiore a quello di applicazione della
disciplina comunitaria, sostituisce ogni altra forma di pubblicazione prevista
da norme di legge o di regolamento, fatta salva la normativa di origine comunitaria
e fatti salvi gli obblighi di pubblicazione sui giornali quotidiani o periodici
previsti dalle leggi vigenti.
4. Con uno o più regolamenti emanati ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della
legge 23 agosto 1988, n. 400, sono definite le procedure di scelta del contraente
e le modalità di utilizzazione degli strumenti informatici che le pubbliche amministrazioni
possono utilizzare ai fini dell’acquisizione in via elettronica ed informatica
di beni e servizi.
5. I regolamenti assicurano la parità di condizioni dei partecipanti, la segretezza,
ove necessaria, la trasparenza e la semplificazione delle procedure, comprese
quelle relative alle modalità di collaudo e pagamento, nonché la completezza delle
offerte.
6. Per la definizione e attuazione dei programmi di informatizzazione delle pubbliche
amministrazioni, ivi compresa l’assistenza ai soggetti che utilizzano la rete
unitaria della pubblica amministrazione, il Governo si avvale del Centro tecnico
di cui al comma 19 dell’articolo 17 della legge 15 maggio 1997, n. 127, che è
collocato presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, in posizione di autonomia
amministrativa e funzionale, ai sensi dell’articolo 7 del decreto legislativo
30 luglio 1999, n. 303. Sono soppressi i primi due periodi del medesimo comma
19 dell’articolo 17 della legge n. 127 del 1997.
7. Le spese relative al servizio informatico di cui al presente articolo sono
ricomprese negli ordinari stanziamenti di bilancio.
8. Restano ferme le competenze delle regioni a statuto speciale e delle province
autonome di Trento e di Bolzano ai sensi dei rispettivi statuti e delle relative
norme di attuazione.
Art. 25.
(Accesso alle banche dati pubbliche)
1. Le pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo
3 febbraio 1993, n. 29, che siano titolari di programmi applicativi realizzati
su specifiche indicazioni del committente pubblico, hanno facoltà di darli in
uso gratuito ad altre amministrazioni pubbliche, che li adattano alle proprie
esigenze.
2. Le pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo
n. 29 del 1993 hanno accesso gratuito ai dati contenuti in pubblici registri,
elenchi, atti o documenti da chiunque conoscibili.
Art. 26.
(Istituzione dell’Ufficiale elettorale)
1. Dopo l’articolo 4 del testo unico delle leggi per la disciplina dell’elettorato
attivo e per la tenuta e la revisione delle liste elettorali, approvato con decreto
del Presidente della Repubblica 20 marzo 1967, n. 223, di seguito denominato "decreto
del Presidente della Repubblica 20 marzo 1967, n. 223," è inserito il seguente:
"Art. 4-bis. – 1. Alla tenuta e all’aggiornamento delle liste elettorali
provvede l’Ufficio elettorale, secondo le norme del presente testo unico.
2. Nei comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti l’Ufficiale elettorale
è il sindaco, quale Ufficiale del Governo. Nei comuni con popolazione pari o superiore
a 15.000 abitanti l’Ufficiale elettorale è la Commissione elettorale prevista
dagli articoli 12, 13, 14 e 15 del presente testo unico.
3. Il sindaco può delegare e revocare le funzioni di Ufficiale elettorale al segretario
comunale o a un funzionario del comune.
4. Ogni delegazione e revoca delle funzioni di cui al comma 3 deve essere approvata
dal prefetto.
5. Se il sindaco è sospeso dalle funzioni di Ufficiale del Governo, i poteri previsti
nel presente articolo spettano al commissario prefettizio incaricato di esercitare
dette funzioni. Egli può delegare le funzioni di Ufficiale elettorale ad idoneo
funzionario, o impiegato del comune.
6. In tutti i casi di assenza o impedimento del sindaco, le funzioni di Ufficiale
elettorale, sempreché non siano state delegate a norma del comma 3, sono svolte
dal vice sindaco o, in via subordinata, dal consigliere anziano".
2. Il secondo comma dell’articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica
20 marzo 1967, n. 223, è sostituito dal seguente:
"Esse debbono essere autenticate, mediante sottoscrizione, dall’Ufficiale
elettorale. Nel caso in cui l’Ufficiale elettorale è la Commissione elettorale
comunale le liste elettorali devono essere autenticate, mediante sottoscrizione,
dal presidente della medesima Commissione e dal segretario".
3. All’articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1967,
n. 223, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al primo comma, dopo le parole: "Il Consiglio comunale," sono inserite
le seguenti: "nei comuni con popolazione pari o superiore a 15.000 abitanti,";
b) il secondo comma è sostituito dal seguente:
"La Commissione è composta dal sindaco e da sei componenti effettivi e sei
supplenti nei comuni cui sono assegnati fino a 50 consiglieri, ovvero da otto
componenti effettivi ed otto supplenti nei comuni cui sono assegnati più di 50
consiglieri".
4. Il primo comma dell’articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica
20 marzo 1967, n. 223, è sostituito dal seguente:
"Per l’elezione dei componenti effettivi della Commissione elettorale comunale
ciascun consigliere scrive nella propria scheda un nome solo e sono proclamati
eletti coloro che hanno raccolto il maggior numero di voti purchè non inferiore
a tre nei comuni il cui consiglio è composto da un numero di membri pari o inferiore
a 50, ovvero a quattro nei comuni il cui consiglio è composto da più di 50 membri.
A parità di voti è proclamato eletto il più anziano di età".
5. All’articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1967,
n. 223, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al secondo comma sono soppresse le parole: ", nei comuni con oltre 10.000
abitanti,";
b) al terzo comma sono soppresse le parole: "cinque o".
6. Il primo periodo dell’articolo 17 del decreto del Presidente della Repubblica
20 marzo 1967, n. 223, è sostituito dai seguenti: "Di tutte le operazioni
compiute dall’Ufficiale elettorale per la revisione delle liste elettorali viene
redatto, su apposito registro, un verbale. Nel caso in cui l’Ufficiale elettorale
è la Commissione elettorale comunale il verbale è redatto dal segretario ed è
sottoscritto dai membri della Commissione presenti alla seduta e dal segretario".
7. All’articolo 18, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica
20 marzo 1967, n. 223, le parole: "dal presidente della Commissione comunale
e dal segretario" sono sostituite dalle seguenti: "dall’Ufficiale elettorale"
ed è aggiunto, in fine, il seguente periodo: "Nel caso in cui l’Ufficiale
elettorale è la Commissione elettorale comunale i predetti elenchi sono firmati
dal presidente della stessa Commissione e dal segretario"
8. All’articolo 30 del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1967,
n. 223, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al secondo comma, le parole: "la Commissione elettorale comunale, con
l’assistenza del segretario," sono sostituite dalle seguenti: "l’Ufficiale
elettorale";
b) al terzo comma, le parole: "dal presidente della Commissione elettorale
comunale e dal segretario" sono sostituite dalle seguenti: "dall’Ufficiale
elettorale" ed è aggiunto, in fine, il seguente periodo: "Nel caso in
cui l’Ufficiale elettorale è la Commissione elettorale comunale il predetto verbale
è firmato dal presidente della Commissione e dal segretario".
9. Al secondo comma dell’articolo 32 del decreto del Presidente della Repubblica
20 marzo 1967, n. 223, le parole: ", con l’assistenza del segretario, dalla
Commissione elettorale comunale" sono sostituite dalle seguenti: "dall’Ufficiale
elettorale".
10. All’articolo 37 del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1967,
n. 223, le parole: "dai componenti della Commissione comunale e dal segretario"
sono sostituite dalle seguenti: "dall’Ufficiale elettorale".
11. All’articolo 49 del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1967,
n. 223, le parole: "e delle Commissioni elettorali" sono sostituite
dalle seguenti: ", degli Ufficiali elettorali e delle Commissioni elettorali
circondariali".
12. L’articolo 52 del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1967, n.
223, è sostituito dal seguente:
"Art. 52. – 1. Il sindaco o chi ne esercita le funzioni, l’Ufficiale elettorale,
i componenti delle Commissioni elettorali circondariali ed i rispettivi segretari
sono personalmente responsabili della regolarità degli adempimenti loro assegnati
dal presente testo unico".
13. In tutte le leggi o decreti, aventi ad oggetto materia elettorale, che fanno
riferimento alla Commissione elettorale comunale, tale riferimento si intende
all’Ufficiale elettorale.
14. Le disposizioni di cui al presente articolo hanno effetto a decorrere dal
1º gennaio 2002.
Art. 27.
(Accelerazione del procedimento di controllo della Corte dei conti)
1. Gli atti trasmessi alla Corte dei conti per il controllo preventivo di legittimità
divengono in ogni caso esecutivi trascorsi sessanta giorni dalla loro ricezione,
senza che sia intervenuta una pronuncia della Sezione del controllo, salvo che
la Corte, nel predetto termine, abbia sollevato questione di legittimità costituzionale,
per violazione dell’articolo 81 della Costituzione, delle norme aventi forza di
legge che costituiscono il presupposto dell’atto, ovvero abbia sollevato, in relazione
all’atto, conflitto di attribuzione. Il predetto termine è sospeso per il periodo
intercorrente tra le eventuali richieste istruttorie e le risposte delle amministrazioni
o del Governo, che non può complessivamente essere superiore a trenta giorni.
2. La Sezione del controllo comunica l’esito del procedimento nelle ventiquattro
ore successive alla fine dell’adunanza. Le deliberazioni della Sezione sono pubblicate
entro trenta giorni dalla data dell’adunanza.
3. All’articolo 3, comma 2, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, l’ultimo periodo
è soppresso.
4. Il procedimento previsto dall’articolo 25, secondo comma, del testo unico delle
leggi sulla Corte dei conti, approvato con regio decreto 12 luglio 1934, n. 1214,
può essere attivato dal Consiglio dei ministri anche con riferimento ad una o
più parti dell’atto sottoposto a controllo. L’atto, che si è risolto debba avere
corso, diventa esecutivo ove le Sezioni riunite della Corte dei conti non abbiano
deliberato entro trenta giorni dalla richiesta.
5. L’articolo 61, comma 4, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, è abrogato.
Art. 28.
(Norma di semplificazione del procedimento di esecuzione di lavori pubblici connessi
all’opera di ricostruzione nei territori colpiti dagli eventi sismici del novembre
1980, febbraio 1981 e marzo 1982)
1. Il comma 6 dell’articolo 2 del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 398, convertito,
con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 493, come modificato dall’articolo
11-ter del decreto-legge 12 novembre 1996, n. 576, convertito, con modificazioni,
dalla legge 31 dicembre 1996, n. 677, è sostituito dal seguente:
"6. Ogni stanziamento proveniente dal fondo previsto dall’articolo 3 del
testo unico approvato con decreto legislativo 30 marzo 1990, n. 76, tuttora disponibile
presso i comuni è utilizzato per il ripristino del patrimonio edilizio privato
e pubblico danneggiato dagli eventi sismici nonché per le necessarie opere di
urbanizzazione e per le strutture scolastiche, nel rispetto delle priorità sancite
dall’articolo 3 della legge 23 gennaio 1992, n. 32, e dei costi massimi stabiliti
dal CIPE".
Art. 29.
(Delega al Governo per la predisposizione di un testo unico delle leggi in materia
di commercio estero)
1. Il Governo è delegato ad emanare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore
della presente legge, secondo le modalità di cui all’articolo 7 della legge 8
marzo 1999, n. 50, come modificato dall’articolo 1, comma 6, della presente legge,
senza oneri a carico del bilancio dello Stato, un decreto legislativo recante
il testo unico in materia di commercio con l’estero, con l’osservanza dei seguenti
princìpi e criteri direttivi:
a) riunire e coordinare tutte le disposizioni legislative in materia di commercio
con l’estero, considerando, oltre alle esportazioni, anche gli investimenti in
grado di promuovere l’internazionalizzazione delle produzioni italiane, in particolare
quelle delle piccole e medie imprese e i prodotti tipici locali, prevedendo la
delegificazione e la semplificazione dei procedimenti in materia;
b) coordinare le misure di intervento di competenza dello Stato con quelle delle
regioni e degli altri soggetti operanti nel settore dell’internazionalizzazione
delle imprese.
Art. 30.
(Pubblicità delle fusioni e scissioni delle società)
1. Il comma quarto dell’articolo 2501-bis del codice civile è sostituito dal seguente:
"Se alla fusione partecipano società regolate dai capi V, VI e VII, tra la
data fissata per la delibera di fusione e l’iscrizione del progetto deve intercorrere
almeno un mese".
2. Nel comma primo dell’articolo 2502-bis del codice civile sono soppresse le
parole: "e pubblicata altresì per estratto nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana; l’estratto deve contenere le indicazioni previste ai numeri
1), 3), 4), 5), 6), 7) e 8) dell’articolo 2501-bis e la menzione dell’avvenuta
iscrizione della deliberazione nel registro delle imprese".
3. Il comma primo dell’articolo 2503 del codice civile è sostituito dal seguente:
"La fusione può essere attuata solo dopo due mesi dall’iscrizione delle deliberazioni
delle società che vi partecipano, salvo che consti il consenso dei rispettivi
creditori anteriore all’iscrizione prevista nel terzo comma dell’articolo 2501-bis,
il pagamento dei creditori che non hanno dato il consenso o il deposito delle
somme corrispondenti presso una banca".
4. Nel comma secondo dell’articolo 2503-bis del codice civile le parole: "della
pubblicazione del progetto di fusione" sono sostituite dalle seguenti: "della
iscrizione del progetto di fusione".
5. II comma quarto dell’articolo 2504 del codice civile è abrogato.
6. L’articolo 2504-sexies del codice civile è sostituito dal seguente:
"Art. 2504-sexies. (Effetti della iscrizione degli atti del procedimento
di fusione nel registro delle imprese). – Alle iscrizioni nel registro delle imprese
ai sensi degli articoli 2501-bis, 2502-bis e 2504 conseguono gli effetti previsti
dall’articolo 2457-ter".
7. Il comma quinto dell’articolo 2504-octies del codice civile è abrogato.
Art. 31.
(Soppressione dei fogli annunzi legali
e regolamento sugli strumenti di pubblicità)
1. A decorrere dal novantesimo giorno successivo alla data di entrata in vigore
della presente legge, i fogli degli annunzi legali delle province sono aboliti.
La legge 30 giugno 1876, n. 3195, il decreto ministeriale 25 maggio 1895, recante
istruzioni speciali per l’esecuzione della legge 30 giugno 1876, n. 3195, sulla
pubblicazione degli annunzi legali, il regio decreto-legge 25 gennaio 1932, n.
97, convertito dalla legge 24 maggio 1932, n. 583, e la legge 26 giugno 1950,
n. 481, sono abrogati.
2. Decorso un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, le domande,
le denunce e gli atti che le accompagnano presentate all’ufficio del registro
delle imprese, ad esclusione di quelle presentate dagli imprenditori individuali
e dai soggetti iscritti nel repertorio delle notizie economiche e amministrative
di cui all’articolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica 7 dicembre 1995,
n. 581, sono inviate per via telematica ovvero presentate su supporto informatico
ai sensi dell’articolo 15, comma 2, della legge 15 marzo 1997, n. 59. Le modalità
ed i tempi per l’assoggettamento al predetto obbligo degli imprenditori individuali
e dei soggetti iscritti solo nel repertorio delle notizie economiche e amministrative
sono stabilite con decreto del Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato.
3. Quando disposizioni vigenti prevedono la pubblicazione nel foglio degli annunzi
legali come unica forma di pubblicità, la pubblicazione è effettuata nella Gazzetta
Ufficiale.
4. In tutti i casi nei quali le norme di legge impongono forme di pubblicità legale,
l’individuazione degli strumenti per assicurare l’assolvimento dell’obbligo è
effettuata con regolamento emanato ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge
23 agosto 1988, n. 400. Si procede alla individuazione degli strumenti, anche
telematici, differenziando, se necessario, per categorie di atti.
Art. 32.
(Semplificazione della fase costitutiva e della fase modificativa delle società
di capitali)
1. In attesa della riforma del diritto societario, la fase costitutiva e la fase
modificativa delle società di capitali sono regolate dalle disposizioni del presente
articolo.
2. I commi terzo e quarto dell’articolo 2330 del codice civile sono sostituiti
dai seguenti:
"L’iscrizione della società nel registro delle imprese è richiesta contestualmente
al deposito dell’atto costitutivo. L’ufficio del registro delle imprese, verificata
la regolarità formale della documentazione, iscrive la società nel registro.
Tutti i termini previsti in disposizioni speciali con riferimento all’omologazione
dell’atto costitutivo decorrono dalla data dell’iscrizione nel registro delle
imprese".
3. Nel comma primo dell’articolo 2332 del codice civile è soppresso il numero
3).
4. Il comma primo dell’articolo 2411 del codice civile è sostituito dal seguente:
"Il notaio che ha verbalizzato la deliberazione dell’assemblea, entro trenta
giorni, verificato l’adempimento delle condizioni stabilite dalla legge, ne richiede
l’iscrizione nel registro delle imprese contestualmente al deposito e allega le
eventuali autorizzazioni richieste. L’ufficio del registro delle imprese, verificata
la regolarità formale della documentazione, iscrive la delibera nel registro.
Se il notaio ritiene non adempiute le condizioni stabilite dalla legge, ne dà
comunicazione tempestivamente, e comunque non oltre il detto termine, agli amministratori.
Gli amministratori, nei trenta giorni successivi e, in mancanza, ciascun socio
a spese della società, possono ricorrere al tribunale per il provvedimento di
cui ai commi secondo e terzo. Tutti i termini previsti in disposizioni speciali
con riferimento all’omologazione della delibera decorrono dalla data dell’iscrizione
nel registro delle imprese".
5. Dopo l’articolo 138 della legge 16 febbraio 1913, n. 89, è inserito il seguente:
"Art. 138-bis. – 1. Il notaio che chiede l’iscrizione nel registro delle
imprese delle deliberazioni di società di capitali, dallo stesso notaio verbalizzate,
quando risultino manifestamente inesistenti le condizioni richieste dalla legge,
viola l’articolo 28, primo comma, n. 1, della presente legge, ed è punito con
la sospensione prevista dal secondo comma dell’articolo 138 e con la sanzione
amministrativa da lire 1.000.000 a lire 30.000.000.
2. Con sanzione amministrativa pari a quella di cui al comma 1 è punito il notaio
che chiede l’iscrizione nel registro delle imprese di un atto costitutivo di società
di capitali, da lui rogato, quando risultino manifestamente inesistenti le condizioni
richieste dalla legge".
Art. 33.
(Ulteriori semplificazioni
in materia societaria)
1. Il comma secondo dell’articolo 2196, il secondo periodo del comma secondo dell’articolo
2197, il comma secondo dell’articolo 2298, il comma terzo dell’articolo 2299,
il comma secondo dell’articolo 2309, il secondo periodo del comma quarto dell’articolo
2383 e il comma secondo dell’articolo 2450-bis del codice civile sono abrogati.
Nel comma primo dell’articolo 2506 del codice civile sono soppresse le parole:
"e depositarne nel registro delle imprese le firme autografe". L’articolo
49 del testo unico approvato con regio decreto 20 settembre 1934, n. 2011, è abrogato.
Nel comma secondo dell’articolo 2354 del codice civile le parole: "l’originale
sia depositato presso l’ufficio del registro delle imprese ove è iscritta la società"
sono sostituite dalla seguente: "autenticata".
2. L’articolo 2330-bis del codice civile è abrogato. Nel comma terzo dell’articolo
2343-bis del codice civile sono soppresse le parole: "del deposito deve essere
fatta menzione nel Bollettino ufficiale delle società per azioni e a responsabilità
limitata". Il comma quinto dell’articolo 2383 del codice civile è abrogato.
Nel comma sesto dell’articolo 2383 del codice civile le parole "dai due commi
precedenti" sono sostituite dalle seguenti: "dal comma precedente".
Nel comma settimo dell’articolo 2383 del codice civile sono soppresse le parole:
"e quinto". Nel comma terzo dell’articolo 2385, nel comma terzo dell’articolo
2400, e nei commi quarto e quinto dell’articolo 2449 del codice civile sono soppresse
le parole: "e pubblicata nel Bollettino ufficiale delle società per azioni
e a responsabilità limitata". Nel comma primo dell’articolo 2436 del codice
civile sono soppresse le parole: "e pubblicate nel Bollettino ufficiale delle
società per azioni e a responsabilità limitata" e nel comma secondo dell’articolo
2436 del codice civile sono soppresse le parole: "e pubblicato nel Bollettino
ufficiale delle società per azioni e a responsabilità limitata". Nel comma
settimo dell’articolo 2449 del codice civile sono soppresse le parole: "e
pubblicati nel Bollettino ufficiale delle società per azioni e a responsabilità
limitata". Nel comma quarto dell’articolo 2420-bis del codice civile è soppresso
il terzo periodo. Nel comma quinto dell’articolo 2420-bis del codice civile le
parole "pubblicato nel Bollettino ufficiale della società per azioni e a
responsabilità limitata" sono sostituite dalle seguenti: "depositato
presso l’ufficio del registro delle imprese". Nel comma primo dell’articolo
2435 del codice civile è soppresso il secondo periodo. Nel comma secondo dell’articolo
2441 del codice civile le parole "pubblicata nel Bollettino ufficiale delle
società per azioni e a responsabilità limitata" sono sostituite dalle seguenti:
"depositata presso l’ufficio del registro delle imprese". Il comma secondo
dell’articolo 2444 del codice civile è abrogato. Il comma terzo dell’articolo
2450-bis del codice civile è abrogato. Nel comma quarto dell’articolo 2452 del
codice civile sono soppresse le parole: "e terzo". Nel comma primo dell’articolo
2456 del codice civile sono soppresse le parole: "e la pubblicazione del
provvedimento di cancellazione nel Bollettino ufficiale delle società per azioni
e a responsabilità limitata". L’art. 2457-bis del codice civile è abrogato.
La rubrica dell’articolo 2457-ter del codice civile è sostituita dalla seguente:
"Effetti della pubblicazione nel registro delle imprese". Il comma primo
dell’articolo 2457-ter del codice civile è sostituito dal seguente: "Gli
atti per i quali il codice prescrive l’iscrizione o il deposito nel registro delle
imprese sono opponibili ai terzi soltanto dopo tale pubblicazione, a meno che
la società non provi che i terzi ne erano a conoscenza". Il comma terzo dell’articolo
2457-ter del codice civile è abrogato. Nel comma secondo dell’articolo 2475 del
codice civile è soppressa la parola: "2330-bis". Nel comma secondo dell’articolo
2487 del codice civile è soppressa la parola: "quinto". La rubrica dell’articolo
2497-bis del codice civile è sostituita dalla seguente: "Effetti della pubblicazione
nel registro delle imprese". Nell’articolo 2497-bis del codice civile le
parole "degli articoli 2457-bis e" sono sostituite dalle seguenti "dall’articolo
2457". Nel comma primo dell’articolo 2626 del codice civile sono soppresse
le parole: "ovvero omettono di richiedere una pubblicazione nel Bollettino
ufficiale delle società per azioni e a responsabilità limitata,".
3. La legge 12 aprile 1973, n. 256, è abrogata. L’articolo 1, comma 1, lettere
f) e g), l’articolo 2, comma 1, lettere b) e c), l’articolo 5, comma 2, l’articolo
12, comma 2, l’articolo 14, commi 3 e 4, l’articolo 20, commi 2 e 3, l’articolo
21 e l’articolo 22 del decreto del Presidente della Repubblica 7 dicembre 1995,
n. 581, sono abrogati. Nella rubrica del Titolo IV del medesimo decreto del Presidente
della Repubblica n. 581 del 1995, sono soppresse le seguenti parole: "il
BUSARL, il BUSC e".
4. Nel comma primo dell’articolo 2309, nel comma quarto dell’articolo 2383, nel
comma terzo dell’articolo 2385, nel comma terzo dell’articolo 2400, nel comma
secondo dell’articolo 2417, nel comma settimo dell’articolo 2449, nel comma primo
dell’articolo 2450-bis, e nel comma quarto dell’articolo 2475-bis del codice civile
le parole "quindici giorni" sono sostituite dalle seguenti: "trenta
giorni".
Art. 34
(Semplificazione in materia di libri fondiari e di procedure di intavolazione)
1. All’allegato al regio decreto 28 marzo 1929, n. 499, e successive modificazioni,
sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all’articolo 33, la lettera d) è sostituita dalla seguente:
"d) dei decreti di trasferimento pronunziati dal giudice e dei provvedimenti
definitivi dell’autorità amministrativa, che importino trasferimento totale o
parziale della proprietà dell’immobile o di un diritto tavolare o la sua modificazione
o estinzione, ovvero di apposite dichiarazioni di titolarità del diritto e di
regolarità urbanistica e fiscale a cura dell’ente pubblico;";
b) nella Sezione IV, dopo il paragrafo 3, è inserito il seguente:
"§ 3-bis. Annotazione dei contratti preliminari e dei contratti sottoposti
a condizione.
Art. 60-bis. – 1. Fermi gli altri requisiti stabiliti dalla legge, il giudice
tavolare può ordinare l’annotazione dei contratti preliminari previsti dall’articolo
2645-bis, comma 4, del codice civile, solo sulla base di una planimetria dalla
quale risulti chiaramente la descrizione delle porzioni di edifici da costruire
o in corso di costruzione che ne costituiscono l’oggetto. Tale planimetria deve
essere redatta da un tecnico autorizzato.
2. Il rispetto o l’inosservanza del limite indicato nell’articolo 2645-bis, comma
5, del codice civile, devono risultare chiaramente, mediante attestazione di un
tecnico autorizzato, dalla planimetria prevista nell’articolo 10, terzo comma,
del presente allegato.
Art. 60-ter. – 1. Per gli effetti di cui all’articolo 2645-bis, comma 2, del codice
civile, il giudice tavolare deve ordinare contemporaneamente la cancellazione
delle intavolazioni e prenotazioni incompatibili conseguite da terzi aventi causa
dal promittente alienante in base a domande presentate dopo l’istanza di annotazione
del contratto preliminare.
2. Agli stessi effetti di cui al comma 1 il giudice tavolare ordina, a richiesta
della parte istante, la cancellazione delle altre iscrizioni che, riguardo allo
stesso immobile, siano state eseguite contro il promittente alienante dopo l’annotazione
del contratto preliminare, salve le iscrizioni ipotecarie nei casi previsti dall’articolo
2825-bis del codice civile e le annotazioni delle domande di cui all’articolo
71-bis del presente allegato.
Art. 60-quater. – 1. Deve essere cancellata l’annotazione dei contratti preliminari
quando la cancellazione è debitamente consentita dalle parti interessate, ovvero
è ordinata giudizialmente con sentenza passata in giudicato.
2. Cessati gli effetti dell’annotazione del contratto preliminare nei casi di
cui all’articolo 2645-bis, comma 3, del codice civile, l’annotazione è cancellata
a richiesta di parte.
Art. 60-quinquies. – 1. Se un contratto sottoposto a condizione ha formato oggetto
di annotazione ai sensi dell’articolo 20, lettera h), la cancellazione dell’annotazione
può essere ordinata dal giudice tavolare a domanda, quando la mancanza della condizione
risulta da sentenza passata in giudicato o da convenzione. La domanda di cancellazione
può essere giustificata, ai sensi dell’articolo 94, primo comma, n. 3), anche
in base ad altre pronunce definitive dell’autorità giudiziaria o in base ad atti
muniti di pubblica fede.
2. Se risulta negli stessi modi di cui al comma 1 l’avveramento della condizione,
sono cancellate d’ufficio tutte le iscrizioni aventi ad oggetto il diritto subordinato
a condizione, previa intavolazione del diritto a nome dell’acquirente se si tratta
di condizione sospensiva, salve le annotazioni delle domande giudiziali di cui
all’articolo 71-bis.
3. Le cancellazioni previste dal comma 1 possono essere ordinate anche in virtù
di una dichiarazione unilaterale della parte in danno della quale la condizione
è mancata o si è verificata, salvo in quest’ultimo caso che siano state eseguite
iscrizioni dopo l’annotazione del contratto condizionato";
c) dopo l’articolo 71, è inserito il seguente:
"Art. 71-bis. – 1. La cancellazione dell’annotazione delle domande di cui
all’articolo 20, lettere f) e g), è eseguita quando è debitamente consentita dalle
parti interessate ovvero è ordinata giudizialmente con sentenza passata in giudicato.
1. La cancellazione di cui al comma 1 deve essere giudizialmente ordinata qualora
la domanda sia rigettata con sentenza passata in giudicato o il processo sia estinto
per rinunzia o per inattività delle parti";
d) dopo l’articolo 95, è inserito il seguente:
"Art. 95-bis. – 1. Il giudice tavolare, qualora lo ritenga opportuno, può
delegare ai conservatori dei libri fondiari preposti ai relativi uffici l’emissione
del decreto tavolare per determinati atti o categorie di atti.
2. Nella trattazione degli affari delegati i conservatori di cui al comma 1 sono
tenuti ad osservare le istruzioni e le direttive impartite dal giudice tavolare.
3. Con atto motivato il giudice tavolare può riservarsi o avocare a sè la trattazione
di determinate pratiche qualora lo ritenga opportuno per la difficoltà sostanziale
o giuridica del caso o per l’importanza o la portata della decisione";
e) dopo l’articolo 130-bis, è inserito il seguente:
"Art. 130-ter. – 1. Avverso il decreto tavolare del conservatore dei libri
fondiari, emesso per delega del giudice tavolare, è ammesso reclamo con le modalità
previste dagli articoli 126 e seguenti".
Art. 35.
(Controversie in materia di masi chiusi)
1. In tutte le controversie in materia di masi chiusi concernenti la determinazione
dell’assuntore del maso chiuso e la determinazione del prezzo di assunzione si
osservano le disposizioni dettate dal capo I del titolo IV del libro secondo del
codice di procedura civile.
2. Chi intende proporre in giudizio una domanda relativa all’ordinamento dei masi
chiusi è tenuto ad esperire il tentativo di conciliazione ai sensi dell’articolo
46 della legge 3 maggio 1982, n. 203.
Art. 36.
(Disposizioni in materia di atti pubblici, scritture private autenticate e loro
copia certificata conforme)
1. Salvo autorizzazione o ordine della competente autorità giudiziaria e salvo
quanto disposto dal titolo VI, capo I, della legge 16 febbraio 1913, n. 89, è
fatto divieto ai notai ed ai pubblici ufficiali depositari di atti pubblici e
scritture private autenticate di asportare anche temporaneamente tali atti e documenti
dai locali ove gli stessi sono conservati o archiviati.
2. In tutti quei casi in cui è prevista a qualsiasi fine la produzione in originale
dell’atto pubblico o della scrittura privata autenticata, il relativo obbligo
si intende adempiuto, salvo specifico ordine della competente autorità giudiziaria,
mediante produzione di copia certificata conforme dal pubblico ufficiale depositario.
3. Le annotazioni, gli estremi di protocollo e registrazione, le quietanze ed
ogni altra formalità da annotarsi a margine degli atti pubblici e delle scritture
private autenticate a cura degli uffici finanziari e della pubblica amministrazione
in genere sono eseguite sui documenti stessi dal pubblico ufficiale depositario,
sulla base di idoneo documento scritto emesso dalla competente amministrazione
cui l’originale avrebbe dovuto essere prodotto in base alla normativa previgente.
4. Il Ministro della giustizia e il Ministro delle finanze possono in qualsiasi
momento disporre atti di ispezione e controllo, senza preavviso, per verificare
la conformità agli originali delle copie di atti pubblici e scritture private.
5. È abrogata ogni norma in contrasto con tale disposizione.
Art. 37.
(Comunicazione di violazioni tributarie)
1. All’articolo 36 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973,
n. 600, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) la rubrica è sostituita dalla seguente: "Comunicazione di violazioni
tributarie";
b) i commi primo, secondo e terzo sono abrogati.
Art. 38.
(Trasferimento di impianti, beni e attività alle società costituite a seguito
della
liberalizzazione del mercato elettrico)
1. Alle società per azioni, costituite in applicazione degli articoli 9 e 13,
commi 1 e 2, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, nonchè del combinato
disposto del comma 1 dell’articolo 8 del citato decreto legislativo n. 79 del
1999 e del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 4 agosto 1999, pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale n. 207 del 3 settembre 1999, a far data dall’efficacia
degli atti di conferimento di impianti, beni e attività alle società stesse, sono
trasferiti le concessioni, le autorizzazioni, le licenze, i nulla osta e tutti
i provvedimenti amministrativi, compresi quelli in via di perfezionamento, concernenti
gli impianti, i beni e le attività conferiti e già intestati alla originaria società
conferente e alle società conferenti successive.
2. Fatti salvi i poteri delle competenti autorità anche in materia di aggiornamento
dei relativi canoni, le concessioni concernenti soltanto le aree demaniali destinate
all’esercizio degli impianti di produzione di energia termoelettrica e alle opere
connesse e ausiliarie in esercizio alla data di entrata in vigore della presente
legge sono prorogate sino al 31 dicembre 2020, ma scadono di diritto alla cessazione
dell’attività di produzione di energia che si verifichi precedentemente alla medesima
data.
Allegato A
(Articolo 1, commi 1 e 2)
Elenco dei procedimenti da delegificare e semplificare
1. Procedimenti per la concessione dell’indennità per infortunio o malattia da
parte dell’INAIL o dell’INPS.
Testo unico delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni
sul lavoro e le malattie professionali, approvato con decreto del Presidente della
Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124;
Legge 11 gennaio 1943, n. 138.
2. Procedimento per l’autorizzazione all’esercizio provvisorio dei distributori
di carburante autostradali.
Testo unico delle leggi sui pesi e sulle misure, approvato con regio decreto 23
agosto 1890, n. 7088;
Legge 7 dicembre 1984, n. 818.
3. Procedimento per l’approvazione tecnica dei progetti delle dighe e per la vigilanza
sulla loro costruzione e sulle operazioni di controllo durante l’esercizio.
Decreto-legge 8 agosto 1994, n. 507, convertito, con modificazioni, dalla legge
21 ottobre 1994, n. 584, articolo 2.
4. Procedimento per l’emanazione di decreti, di competenza del Ministero delle
politiche agricole e forestali, finalizzati ad apportare modifiche agli allegati
1B (concimi nazionali), 1C (ammendanti e correttivi), 2 (etichettatura) e 3 (tolleranze
applicabili ai fertilizzanti) della legge 19 ottobre 1984, n. 748.
Legge 19 ottobre 1984, n. 748, articoli 8 e 9;
Decreto legislativo 16 febbraio 1993, n. 161, articolo 6;
Decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, articolo 58.
5. Procedimento per il rilascio delle concessioni per gli autoservizi di linea
di competenza statale.
Legge 28 settembre 1939, n. 1822.
6. Procedimento di autorizzazione alla circolazione di prova degli autoveicoli.
Decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, articoli 98, 100, 101 e 102.
7. Procedimento per la domiciliazione delle tariffe dovute per la registrazione
delle revisioni effettuate dalle imprese di autoriparazione.
Decreto-legge 21 dicembre 1966, n. 1090, convertito, con modificazioni, dalla
legge 16 febbraio 1967, n. 14, articolo 3.
8. Procedimento di chiusura annuale del "Fondo – Scorta" della Polizia
di Stato, dei Vigili del fuoco e della Guardia di finanza.
Legge 2 dicembre 1969, n. 968, articolo 1, secondo comma.
9. Procedimento per la cancellazione d’ufficio dal registro delle imprese di imprese,
società, consorzi ed altri enti non più operativi.
Legge 16 dicembre 1977, n. 904;
Legge 7 maggio 1986, n. 150;
Codice civile, articoli 2191, 2312, 2456 e 2544;
Legge 29 dicembre 1993, n. 580.
10. Procedimento per il recupero dei diritti di segreteria non versati al registro
delle imprese.
Testo unico delle disposizioni di legge relative alla riscossione delle entrate
patrimoniali dello Stato, approvato con regio decreto 14 aprile 1910, n. 639;
Legge 29 dicembre 1993, n. 580, articolo 18.
11. Procedimento per l’iscrizione delle informazioni sulle procedure concorsuali
presso l’ufficio del registro delle imprese.
Regio decreto 16 marzo 1942, n. 267;
Legge 29 dicembre 1993, n. 580.
12. Procedimento per l’autorizzazione alla installazione degli impianti di riscaldamento
ad acqua calda e degli impianti di produzione di acqua calda per servizi igienici
in edifici adibiti ad uso civile.
Decreto-legge 30 giugno 1982, n. 390, convertito, con modificazioni, dalla legge
12 agosto 1982, n. 597, articolo 2;
Legge 5 marzo 1990, n. 46;
Legge 9 gennaio 1991, n. 10.
13. Procedimento per la formazione dei piani attuativi.
Legge 17 agosto 1942, n. 1150;
Legge 18 aprile 1962, n. 167;
Legge 6 agosto 1967, n. 765;
Legge 22 ottobre 1971, n. 865;
Legge 28 gennaio 1977, n. 10;
Legge 5 agosto 1978, n. 457;
Legge 28 febbraio 1985, n. 47;
Decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 398, convertito, con modificazioni, dalla legge
4 dicembre 1993, n. 493;
Legge 23 dicembre 1996, n. 662.
14. Procedimento per il collaudo per opere di cemento armato e/o strutture metalliche.
Legge 5 novembre 1971, n. 1086.
15. Tutela dall’inquinamento acustico. Rumore nell’ambiente esterno e determinazione
dei valori limite delle sorgenti sonore. Tecnico competente acustica ambientale.
Legge 26 ottobre 1995, n. 447.
Codice penale, articolo 659;
Codice civile, articolo 844;
Decreto del Presidente della Repubblica 19 marzo 1956, n. 303;
Decreto legislativo 15 agosto 1991, n. 277;
Decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.
16. Autorizzazione alla custodia, all’utilizzo e al trasporto di gas tossici.
Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18
giugno 1931, n. 773, articolo 58;
Decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 641.
17. Procedimenti concernenti la produzione e commercializzazione di prodotti alimentari.
Legge 30 aprile 1962, n. 283;
Decreto legislativo 3 marzo 1993, n. 123;
Decreto legislativo 26 maggio 1997, n. 155.
18. Procedimenti concernenti le modifiche alla disciplina metrologica delle cisterne
a scomparti tarati montate su autoveicoli per il trasporto e la misura di prodotti
liquidi a pressione atmosferica.
Testo unico delle leggi sui pesi e sulle misure, approvato con regio decreto 23
agosto 1890, n. 7088;
Legge 31 gennaio 1967, n. 33.
19. Procedimento di iscrizione a ruolo del notaio.
Legge 16 febbraio 1913, n. 89, articoli 18 e seguenti;
Regolamento approvato con regio decreto 10 settembre 1914, n. 1326, articoli 32
e seguenti.
20. Procedimento di iscrizione del notaio trasferito.
Legge 16 febbraio 1913, n. 89, articolo 25;
Regolamento approvato con regio decreto 10 settembre 1914, n. 1326, articoli 41
e seguenti.
21. Procedimento per il rilascio del permesso di assenza del notaio.
Legge 16 febbraio 1913, n. 89, articolo 26;
Regolamento approvato con regio decreto 10 settembre 1914, n. 1326, articoli 51
e seguenti.
22. Procedimento per la nomina del coadiutore del notaio.
Legge 16 febbraio 1913, n. 89, articolo 45;
Regolamento approvato con regio decreto 10 settembre 1914, n. 1326, articoli 65
e seguenti.
23. Redazione di atti pubblici in lingua straniera e revisione della disciplina
di nullità.
Legge 16 febbraio 1913, n. 89, articoli 54 e 55;
Legge 16 febbraio 1913, n. 89, articolo 58, comma primo, numero 4º.
24. Redazione di atti pubblici con intervento di sordi, muti e sordomuti e revisione
della disciplina di nullità.
Legge 16 febbraio 1913, n. 89, articoli 56 e 57;
Legge 16 febbraio 1913, n. 89, articolo 58, comma primo, numero 4º.
25. Procedimento per la conservazione e la pubblicità dei testamenti.
Legge 16 febbraio 1913, n. 89, articolo 66, ultimo comma;
Legge 25 maggio 1981, n. 307, articoli 3 e seguenti;
Decreto del Presidente della Repubblica 18 dicembre 1984, n. 956;
Decreto del Ministro di grazia e giustizia 25 ottobre 1993, n. 586;
Codice civile, articolo 622.
26. Comunicazioni di atti di trasferimento di terreni.
Legge 28 febbraio 1985, n. 47, articolo 18;
Legge 12 agosto 1993, n. 310, articolo 7.
27. Semplificazione per i privati delle modalità di conservazione dei documenti
su microfilm.
Regolamento emanato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 dicembre
1996, n. 694.
28. Procedimento per la denuncia di apparecchi a pressione e serbatoi gpl e procedure
di prevenzione incendi relative ai depositi di gpl in serbatoi fissi di capacità
non eccedente 5 metri cubi.
Regio decreto-legge 9 luglio 1926, n. 1331, convertito, con modificazioni, dalla
legge 16 giugno 1927, n. 1132;
Legge 13 luglio 1966, n. 615, capo II;
Decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 359;
Legge 26 luglio 1965, n. 966;
Decreto del Presidente della Repubblica 12 gennaio 1998, n. 37.
29. Procedimenti per il collaudo, la denuncia di installazione e le verifiche
periodiche relativi a gru ed altri apparecchi di sollevamento (argani, paranchi);
funi e catene; piani inclinati; idroestrattori a forza centrifuga; scale aeree,
ponti sospesi con argano o sviluppabili su carro, ponti sospesi motorizzati.
Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1955, n. 547;
Decreto del Presidente della Repubblica 7 gennaio 1956, n. 164;
Decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626.
30. Procedimento di denuncia all’Ispettorato del lavoro relativamente all’esercizio
di nuova attività produttiva.
Decreto del Presidente della Repubblica 19 marzo 1956, n. 303, articolo 48.
31. Procedimento per il controllo della qualità dei prodotti ortofrutticoli ai
fini dell’esportazione.
Legge 25 marzo 1997, n. 68, articolo 2, comma 2, lettera h).
32. Procedimento di autorizzazione per l’attività di noleggio di autoveicoli senza
conducente e per l’esercizio dell’attività di rimessa di autoveicoli o vetture
e adempimenti richiesti agli esercenti autorimesse.
Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18
giugno 1931, n. 773, articolo 86;
Regolamento per l’esecuzione del testo unico 18 giugno 1931, n. 773, delle leggi
di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 6 maggio 1940, n. 635, articolo
196.
33. Procedimento in materia di inquadramento e definizione del trattamento economico
del personale del comparto scuola.
Legge 11 luglio 1980, n. 312, articolo 172;
Testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative
alle scuole di ogni ordine e grado, approvato con decreto legislativo 16 aprile
1994, n. 297, articoli 438, 439, 440, 486, 490, 560 e 570.
34. Procedimento per l’acquisto di immobili, anche vincolati a norma della legge
1º giugno 1939, n. 1089, destinati a sede di organi dell’Amministrazione centrale
e periferica dello Stato.
Regio decreto 18 novembre 1923, n. 2440;
Legge 1º giugno 1939, n. 1089;
Decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1955, n. 1544;
Legge 5 agosto 1978, n. 468;
Decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29.
35. Procedimento relativo alla permuta di immobili demaniali adibiti ad uso di
pubblici uffici.
Regio decreto-legge 10 settembre 1923, n. 2000, convertito dalla legge 17 aprile
1925, n. 473.
36. Concessione e locazione di immobili di proprietà dello Stato.
Regio decreto 18 novembre 1923, n. 2440, articoli 3 e 6;
Legge 14 gennaio 1994, n. 20, articolo 3, comma 1, lettere f) e g).
37. Passaggio dei beni dello Stato dal demanio al patrimonio pubblico.
Codice della navigazione, articolo 35.
38. Procedimento per le alienazioni dei beni immobili dello Stato.
Legge 24 dicembre 1908, n. 783;
Decreto del Presidente della Repubblica 4 febbraio 1955, n. 72;
Legge 14 gennaio 1994, n. 20.
39. Procedimento per la riliquidazione della pensione definitiva.
Decreto-legge 22 dicembre 1990, n. 409, convertito, con modificazioni, dalla legge
27 febbraio 1991, n. 59, articolo 3, comma 2.
40. Procedimento relativo al collocamento in aspettativa per infermità del personale
militare.
Legge 10 aprile 1954, n. 113;
Legge 31 luglio 1954, n. 599;
Legge 17 aprile 1957, n. 260;
Legge 3 agosto 1961, n. 833;
Legge 1º febbraio 1989, n. 53.
41. Procedimento per l’autorizzazione all’esercizio dell’attività di barbiere,
parrucchiere per uomo-donna, estetista.
Legge 14 febbraio 1963, n. 161;
Legge 4 gennaio 1990, n. 1.
42. Procedimento per l’iscrizione all’albo degli spedizionieri.
Legge 14 novembre 1941, n. 1442.
43. Procedimenti connessi all’acquisto e locazione di nuove macchine utensili
o di produzione.
Legge 28 novembre 1965, n. 1329, articoli 4 e 10.
44. Procedimento per l’archiviazione del verbale errato di contestazione di violazione
del codice della strada.
Decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, articolo 204.
45. Procedimento di revisione annuale dei diritti aeroportuali.
Legge 5 maggio 1976, n. 324, articolo 9;
Legge 15 febbraio 1985, n. 25.
46. Denuncia di inizio attività.
Legge 17 agosto 1942, n. 1150, come modificata dalla legge 6 agosto 1967, n. 765;
Legge 28 gennaio 1977, n. 10;
Legge 3 gennaio 1978, n. 1;
Legge 8 luglio 1986, n. 349;
Legge 23 dicembre 1996, n. 662.
47. Autorizzazione edilizia.
Legge 17 agosto 1942, n. 1150, come modificata dalla legge 6 agosto 1967, n. 765;
Legge 28 gennaio 1977, n. 10;
Legge 3 gennaio 1978, n. 1;
Legge 8 luglio 1986, n. 349;
Legge 23 dicembre 1996, n. 662.
48. Interventi non soggetti a concessione od autorizzazione edilizie.
Legge 17 agosto 1942, n. 1150, come modificata dalla legge 6 agosto 1967, n. 765;
Legge 28 gennaio 1977, n. 10;
Legge 3 gennaio 1978, n. 1;
Legge 8 luglio 1986, n. 349;
Legge 23 dicembre 1996, n. 662.
49. Catasto edilizio.
Regolamento per la conservazione del nuovo catasto dei terreni, approvato con
regio decreto 8 dicembre 1938, n. 2153;
Regio decreto-legge 13 aprile 1939, n. 652, convertito, con modificazioni, dalla
legge 11 agosto 1939, n. 1249;
Decreto legislativo 8 aprile 1948, n. 514;
Decreto-legge 19 dicembre 1984, n. 853, convertito, con modificazioni, dalla legge
17 febbraio 1985, n. 17;
Legge 30 dicembre 1989, n. 427;
Decreto-legge 30 dicembre 1993, n. 557, convertito, con modificazioni, dalla legge
26 febbraio 1994, n. 133;
Decreto-legge 27 ottobre 1995, n. 444, convertito, con modificazioni, dalla legge
20 dicembre 1995, n. 539;
Legge 23 dicembre 1996, n. 662.
50. Autorizzazioni e concessioni relative alla sede stradale e pertinenze. Accessi
e diramazioni. Attraversamenti ed uso della sede stradale.
Decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.
51. Procedimento per l’installazione, la trasformazione, l’ampliamento e la manutenzione
di impianti tecnologici.
Legge 5 marzo 1990, n. 46.
52. Procedimento per la progettazione, la messa in opera e l’esercizio di edifici
e di impianti al fine del contenimento del consumo energetico.
Legge 9 gennaio 1991, n. 10;
Legge 5 marzo 1990, n. 46.
53. Procedimento per l’autorizzazione e la licenza di panificazione.
Legge 31 luglio 1956, n. 1002;
Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, articolo 22.
54. Procedimento relativo alle denunce delle presenze nelle strutture ricettive
di cui all’articolo 6 della legge 17 maggio 1983, n. 217, e dei ricoveri in case
ed istituti di cura.
Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18
giugno 1931, n. 773;
Regio decreto 6 maggio 1940, n. 635;
Legge 30 settembre 1993, n. 388;
Decreto legislativo 13 luglio 1994, n. 480;
Decreto-legge 29 marzo 1995, n. 97, convertito, con modificazioni, dalla legge
30 maggio 1995, n. 203;
Legge 30 maggio 1995, n. 203.
55. Procedimento di concessione di medaglie d’onore per la lunga navigazione.
Decreto luogotenenziale 1º marzo 1945, n. 127;
Decreto del Presidente della Repubblica 22 marzo 1954, n. 586;
Decreto del Presidente della Repubblica 14 settembre 1957, n. 1110.
56. Procedimento per lo svolgimento di tombole e pesche di beneficenza in occasione
di feste o sagre a carattere locale.
Regio decreto-legge 19 ottobre 1938, n. 1933, convertito, con modificazioni, dalla
legge 5 giugno 1939, n. 973;
Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18
giugno 1931, n. 773.
57. Procedimento di vidimazione di registri, libri sociali e scritture contabili,
abolizione dell’obbligo di vidimazione o estensione della facoltà di vidimazione
agli uffici del giudice di pace e ai comuni.
Decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633;
Decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600;
Codice civile, articoli 2215, 2218 e 2421.
58. Procedimento per l’attribuzione del codice fiscale con estensione della facoltà
di richiesta telematica e di ricezione del codice fiscale e di duplicato dello
stesso a liberi professionisti (consulenti fiscali, commercialisti, notai, avvocati).
Decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 605;
Decreto del Presidente della Repubblica 2 novembre 1976, n. 784, articolo 1.
59. Procedimento di rilascio di porto d’armi a cittadini degli Stati dell’Unione
europea.
Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18
giugno 1931, n. 773, articolo 42.
60. Comunicazione di trasferimento di possesso di fabbricati.
Decreto-legge 21 marzo 1978, n. 59, convertito, con modificazioni, dalla legge
18 maggio 1978, n. 191, articolo 12.
61. Procedimento per la determinazione dei compensi spettanti ai presidenti e
ai componenti delle camere di commercio.
Legge 29 dicembre 1993, n. 580, articolo 11, comma 1, lettera e);
Legge 1º agosto 1988, n. 340, articolo 3, comma 6.
62. Procedure concernenti i fili a sbalzo o palorci, telefori e piccoli impianti
montani ad esclusivo uso della economia montana: pareri.
Decreto del Presidente della Repubblica 28 giugno 1955, n. 771, articoli 43 e
44.
63. Procedimenti per il riconoscimento della dipendenza delle infermità da causa
di servizio, per la concessione della pensione privilegiata ordinaria e dell’equo
indennizzo. Funzionamento e composizione del Comitato per le pensioni privilegiate
ordinarie.
Testo unico delle norme sul trattamento di quiescenza dei dipendenti civili e
militari dello Stato, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 29
dicembre 1973, n. 1092;
Legge 23 agosto 1988, n. 400;
Decreto del Presidente della Repubblica 20 aprile 1994, n. 349;
Legge 23 dicembre 1996, n. 662;
Decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303.
Allegato B
(Articolo 1, commi 1 e 3)
Norme abrogate limitatamente alla parte disciplinante i procedimenti indicati
1. Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto
18 giugno 1931, n. 773, articolo 62.
Regolamento approvato con regio decreto 6 maggio 1940, n. 635, articoli 111, 113
e 114.
(Procedimento per l’iscrizione nel registro dei portieri e dei custodi).
2. Testo unico delle leggi sanitarie, approvato con regio decreto 27 luglio 1934,
n. 1265, articolo 100, secondo, terzo e quarto comma.
(Procedimento di registrazione presso l’ufficio comunale del diploma di abilitazione
all’esercizio della professione sanitaria).
3. Legge 3 giugno 1935, n. 1095;
Legge 22 dicembre 1939, n. 2207;
Decreto del Capo del Governo 10 agosto 1938, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
n. 22 del 27 gennaio 1939;
Decreto ministeriale 25 ottobre 1946, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 53
del 5 marzo 1947.
(Procedimento per il trapasso di proprietà di beni immobili siti nelle province
di confine terrestre).
4. Legge 8 maggio 1998, n. 146, articolo 21, comma 2.
(Procedure concernenti i fili a sbalzo o palorci, telefori e piccoli impianti
montani ad esclusivo uso dell’economia montana). |
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